Eli

Eli

 

Osservo il suo profilo stanco.

Ha tagliato ancora Eli, nella parte del corpo che tiene nascosta al mondo.

Il dolore le serve per non sentire quanto spesso la vita possa far male, più male del sangue che le corre lungo la gamba.

Un taglio per ogni giorno no, per ogni litigio forte, per ogni grido forte in un vuoto che non rimanda indietro neanche l'eco.

Leggo le cicatrici, che non fanno altro che ricordarle che, svegliarsi col sorriso ogni giorno, è già una grande conquista.

È bella Eli, in quell'incanto che si confonde col caos fuori, creando sfumature calde intorno al suo corpo stampato sul pavimento freddo della sua stanza.

Ha gli occhi di un colore indefinito, con pagliuzze dorate che ne delineano i contorni. Ha le lentiggini Eli, che preparano gli altri alla vista di due labbra morbide e carnose.

I capelli sono raccolti in modo disordinato e le ciocche più ribelli le proteggono il viso dalle lacrime che non vuole mostrare, non stasera.

Stasera il mondo non le interessa.

Un'occhiata distratta alla finestra le ricorda che è Sabato, il giorno in cui i ragazzi della sua età escono a divertirsi rimandando i compiti alla Domenica, che li vedrà come zombie per tutto quello che ingeriranno tra poche ore.

Si solleva dal pavimento prepotente che la respinge, trascinandosi fino al bagno, il suo luogo segreto, la camera dei disordini caldi nella quale risolverà con l'ennesimo cerotto messo su, come la maschera che successivamente indosserà per fingersi la figlia perfetta, che i suoi pretendono di avere per cena.

Sorriderà al suo papà anche questa volta ed aiuterà sua madre a riordinare, mentre i pensieri la consumano nella vergogna di ciò che le è stato diagnosticato.

E' bipolare Eli, ed ora aspetta solo il momento in cui la depressione lascerà spazio ad una potente euforia che sarà maggiormente distruttiva, fino ad eliminarla del tutto, nel mutismo di quello che gli altri non devono scoprire... e nella pericolosa scelta di non chiedere aiuto.

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