Sono nella stanza delle “valutazioni”, così chiamata dalla struttura presso la quale lavoro. Nella stanza delle valutazioni avvengono cose stupende. Entrano persone a me sconosciute con il peso delle diagnosi che una struttura sanitaria ha scelto per loro dalla Bibbia delle etichette! Oggi entra Vittorio, 16 anni, maschietto con occhi vispi e fare spocchioso. Convenevoli necessari e poi la mia domanda : “ Come posso esserti utile?" Silenzio interrotto dalla sua nervosissima risata ”impertinente” a detta della mia collega presente in stanza. Sorrido in modo accogliente e poi la sua risposta in una domanda che mi gela: “ Curate le anime? ”
Silenzio mio ora...16 anni con una domanda così complessa?!
Nei suoi occhi la luce provocatoria di chi non vuole davvero che gli si "curi" nulla.
Ora la mia risata è decisamente impertinente per la mia collega che mi guarda con rimprovero.
Ma a noi non interessa davvero e non le prestiamo attenzione. L'adrenalina mi scorre nelle vene e fremo per saperne di più; guardo la tipa alla quale affido un documento da fotocopiare sperando si inceppi come di consueto la fotocopiatrice e finalmente sono sola con lui. "Cosa intendi con curate le anime?" Prosegue.. “a detta dei miei genitori io devo curare la parte della mia anima che non si accontenta mai di quello che ha! Io gli ho spiegato che accontentarsi è da sfigati..loro vedono solo che io penso sempre e mi muovo tanto, ma lo faccio perché voglio creare qualcosa che serve al mondo!” La mia dea interiore fa la ola a questa meraviglia in carne ed ossa con informazioni di spessore e quel pizzico di follia che amo incontrare negli adolescenti.
Nel mio cervello si affollano immagini, nomi, persone.. Einstein, Freud, per non parlare dei più attuali Zuckerberg, Gates, Jobs...potrei, per nostra fortuna, citarne moltissimi.
«Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri» diceva Arthur Schopenhauer.
I grandi giganti, come amo definire le persone che hanno fatto qualcosa di grandioso per il mondo, avevano tutti caratteristiche particolari. Erano incompresi dai più, definiti bizzarri, diversi, folli, isolati, temuti.
Ma nessuno li ha fermati!
Guardo Vittorio e mi sbilancio in un' ennesima domanda decisamente più invadente e volutamente aspra: "Cosa pensi di poter fare per il mondo tu?"
Come ho sperato nel profondo, arriva la risposta che aspettavo..
"Mica io e basta..chiunque può fare qualcosa per il mondo se vuole davvero farlo..tu per esempio, sei una dottoressa che aiuta le persone e quindi fai qualcosa per il mondo, solo che devi incontrarle prima e quindi non le puoi aiutare tutte perché non le incontri tutte..ma se crei qualcosa che serve perché lo metti a disposizione di tutti, non devi per forza incontrarle perché le aiuti comunque con qualcosa che immetti nel sistema.."
Non penso sia giusto svelarti in anteprima la stupefacente idea di Vittorio, quello che invece voglio condividere con te sono le pagliuzze dorate dei suoi occhi che si illuminano mentre mi racconta..
Lo saluto con allegria perché non penso la nostra struttura debba ospitarlo.
Ma nel grande corridoio, all'uscita della stanza, quella figura esile e dritta come un chiodo mi ricompare per dirmi: "Tu mi credi?"
I miei occhi rispondono ancora prima che la mia bocca pronuncia il si e: "Vittorio come sai che ci riesci?" "Lo so perché non mi fermo fino a che non succede e quindi riuscirci dipende da me"!
Ora non è importante che Vittorio riesca o meno, quello che reputo essenziale per ogni persona è la volontà e la determinazione con le quali si insegue un sogno o si raggiunge un obiettivo.
Ti è mai capitato di avere un sogno che a detta di "altri" era ridicolo, non conforme a te, non adeguato al contesto, una idiozia, una cosa irraggiungibile? Se si, quanto il non essere capito e sostenuto ha inciso sulla realizzazione di questo?
Seguiranno articoli nei quali ti parlerò del perchè si vive in funzione dei pensieri altrui mostrandoti pro e contro; ti parlerò di come il benestare degli altri spesso sia cruciale per le nostre decisioni, ma lo farò poi !
Ora la scena è di Vittorio e la merita tutta perchè con i pugni chiusi gira per istituti, vede dottori, incamera continue punizioni a scuola perchè non riesce a stare incasellato nel banco; la scena è di Vittorioi e della forza con la quale non si piega alle imposizioni.
Nei suoi pugni chiusi stringe la polvere iridescente dei suoi sogni che, sono certa, diventeranno realtà perchè prima di andar via ha detto una cosa essenziale per la vita di chiunque e per i sogni di chiunque :
" Farlo succedere dipende da me e quindi non mi fermo"!
La tua Coach.